lunedì 11 luglio 2011

Dimissioni

Pubblico una lettera di Sandro Simonetti, allenatore di rugby, ma soprattutto educatore e forgiatore di uomini. E' stato con la sua tenacia e il suo amore per i suoi ragazzi l'ultimo baluardo di speranza per ridare credibilità ad una associazione sportiva ormai  morta e defunta.

  • CIAO, RAGAZZI !


Non avrei voluto mai doverlo scrivere, ma, dopo la costatazione che non c'era altro da fare, ieri ho ufficialmente comunicato le mie dimissioni da allenatore della Rugby Samb. Ci tenevo a dirlo personalmente a tutti i frequentatori di questo sito, che malgrado ultimamente non avesse più nulla da dire, è stato regolarmente letto da una cinquantina di persone al giorno,
Dire mi dispiace, lo so, è poco, ma come i più attenti di voi avranno avuto modo di notare, l'aria del Ballarin si era fatta piuttosto pesante: tizio non saluta caio, Caio non stringe la mano a Sempronio....e così via. Il tutto in un mare di chiacchiere e di pettegolezzi da vecchie lavandaie. A me sono giunti messaggi a dir poco imbarazzanti circa le mie qualità di allenatore, il mio modo di allenare vecchio di trenta anni, che ho in tasca le tessere di 40 giocatori che posso portare dove voglio, che al massimo potrei allenare una under 12, che sono “pericoloso”...e potrei aggiungerne tanti altri. Ma attenzione: questi messaggi, fossero veritieri, non giungerebbero da persone qualificate, con trascorsi sportivi rilevanti; assolutamente no ! Giungono da persone che, in questo mondo, quello del rugby, sono giunte da poco o hanno al massimo giocato a San Benedetto. Magari ci sarà pure qualcuno che millanta trascorsi trionfali, o qualche altro che ritiene di essere il solo ed unico depositario della verità. Ma non date retta alle chiacchiere, la verità è che, in questo sport si sono inseriti personaggi che di rugbistico non hanno né lo spirito né la coscienza. San Benedetto, quella rugbistica, si intende, è diventato un covo di vipere ed io sono stufo di dovermi difendere da tutto e da tutti. Ho dato l'anima ( e non solo) a questa Società che, con lo stile che li contraddistingue, ha allontanato chiunque non aveva pensieri allineati ai loro. Rispettare i dirigenti è una delle regole che insegniamo ai ragazzi, ma diventa difficile farlo nei confronti di quei dirigenti che non si vedono, neanche alle partite più importanti. Solo alle riunioni non mancano mai.
Si è giunti quindi ad un bivio determinante per la vita di tutti, figuriamoci per quella di chi, come me, non ha certo davanti anni ed anni per ricostruire qualcosa di bello. Quindi meglio lasciare tutto e fare in modo che altri, giovani e volenterosi, abbiano modo di ripulire l'ambiente e riprendere quel cammino che tanto faticosamente avevamo portato a livelli importanti. Il messaggio che vorrei lasciare a tutti gli appassionati è di lavorare affinchè si riesca a mettere in condizione di non nuocere tutti quei personaggi che con questo sport hanno ottenuto visibilità, onori, ricompense e gratificazioni ben oltre i propri meriti, anzi, spesso, appropriandosi dei meriti di altri. Non è difficile individuarli, tanto sono sempre gli stessi che, girovagando come api da un fiore all'altro cercano di carpirne quanto più nettare possibile. Per poi naturalmente abbandonare quanto da succhiare non c'è più nulla. Il futuro del rugby a San Benedetto sta nelle mani di tutti quei ragazzi a cui abbiamo trasmesso amore e passione per questo sport e non in quelle di dirigenti più avvezzi a chiacchiere che ai fatti; Ragazzi: liberatevene, ma subito, prima che la loro forza “diserbante” renda il terreno incoltivabile, Parlare ora di nuove iniziative e di ricominciare, oltre che prematuro, lo trovo per il momento improbabile. Certo, dopo questa botta, vorrei garanzie, tranquillità e soprattutto autonomia. Cose difficile da ottenere. Ricordo che quando ero piccolo, avevamo una casa a Grottammare che non abbiamo più utilizzato perchè scoprimmo che il mare mi faceva male........è probabile che ancora non sia completamente guarito.
Ciao ragazzi, è stato veramente bello avervi avuto come allievi. Tanto vi ho insegnato, ma anche voi avete dato tanto a me. Non ultimo avermi fatto sentire “giovane dentro” per questi sei anni e avermi fatto provare sensazioni ed emozioni che avevo ormai perso. Il bagaglio che ci siamo fabbricati è utile per farvi giocare ancora per tanti anni ed anche a livelli importanti, anche se vi è stato insegnato con metodi di trenta anni fa, . Voi siete la vera forza di tutte le Società che vorranno fare rugby. Siete gli unici insostituibili, gli unici di cui nessuno potrà fare a meno: senza di voi questo sport non esiste; utilizzate queste armi e, qualunque decisione prenderete, siate sempre compatti ed uniti. Se lo sarete, come sul campo, pochissimi riusciranno a battervi. Il vostro affetto nei miei confronti è stato l'unica cosa “vera”. Quella foto della copertina di “Riviera oggi” la terrò da parte come una reliquia, perchè riassume, in uno scatto, tutto quello che c'era dietro quelle interminabili vittorie: stima, affetto, amicizia, bravura........sono certo che quella è una foto “irripetibile.
Naturalmente, attendendomi qualche commento poco elegante, il guest book resterà disattivato ed eventuali commenti saranno eventualmente pubblicati solo dopo averli letti,

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