giovedì 20 maggio 2010

Una partita d'altri tempi



La scorsa domenica ho assistito ad una partita di rugby d'altri tempi. Due
squadre, che chiameremo A e B perché non è importante individuarle
esattamente, dopo la fine del campionato si sono affrontate per la prima
volta; fanno parte di un girone che mette in palio il Trofeo X, manifestazione
di non primaria importanza: un ottima occasione per vedere gioco e fair play.
La squadra A appartiene ad una società di costituzione recente (4-5 anni) e
con giocatori abbastanza giovani (età media sui 24-25 anni); la squadra B
appartenente ad una società “storica” (quasi 40 anni di attività) ma con
giocatori molto giovani (età media 20-21 anni).
Inizia la partita e già da subito la squadra A, rinunciando ad un gioco di
qualità, assume un atteggiamento intimidatorio nei confronti dell'altra
squadra: ad ogni raggruppamento, sistematicamente, si vedono colpi proibiti,
mani in faccia all'avversario, placcaggi simili a sgambetti, provocazioni
verbali, e così via. Atteggiamento, ad onor del vero, non tenuto da tutti i
giocatori, ma da molti. Risultato: poco gioco e tanta violenza.
Dopo un po' a quelli della squadra B cominciano a saltare i nervi e qualcuno
reagisce in maniera scomposta e plateale.
Da qui un'escalation di falli, scorrettezze e violenze che “legittima” la
maggior parte dei giocatori a ricorrere a colpi proibiti. Finalone con risse
ripetute, feriti, gesti isterici, ecc.: un gran bello spettacolo.
E il risultato finale? Non ne sono sicuro perché ad un certo punto ho perso il
conto, ma ritengo sia stato di sostanziale parità... in cartellini rossi e
gialli (8 a 8, 10 a 10 o qualcosa del genere). L'altro punteggio è irrilevante
e non ne faccio cenno.
Di questa partita mi ha impressionato il ricorso sistematico, metodico,
premeditato agli atti intimidatori, da parte della squadra A; senza nemmeno la
“giustificazione”, che io sappia, di vecchi rancori o dell'importanza della
posta in palio: un atteggiamento d'altri tempi.
Mi direte: povero ingenuo, questo fa parte del gioco del rugby. Che cosa ti
aspettavi? E invece no, cari signori. Questo giudizio non lo accetto e
sottovalutare il problema mi sembra un po' pericoloso.
Intanto non mi ritengo così ingenuo. Ho iniziato a giocare quando questo tipo
di gioco era molto comune. Partite del genere le ho già giocate (subite) più di
trent'anni fa. Ho visto e ho giocato incontri, negli anni di piombo, tra
squadre che rappresentavano schieramenti politici completamente opposti: vi
succedeva di tutto.
Ma da allora è passato molto tempo. Il movimento rugbistico italiano è
cresciuto in numeri e soprattutto in qualità; è stata riconosciuta l'importanza
della sicurezza e della tutela degli atleti; la nazionale è stata accolta nel
Six Nations; si cerca di seguire un modello internazionale lontano anni luce
dalla nostra “storia antica”.
Veder praticare ancora questo tipo di gioco, non da “vecchi” e nostalgici ma
da atleti e da una società “giovani”, mi ha fatto rabbrividire: ma in quale
direzione stiamo andando?
Da qualche anno ho cominciato a seguire i campionati giovanili, da quest'anno
élite e regionali, e anche se vi partecipano squadre non omogenee per qualità e
potenzialità, gli incontri si sono sempre svolti nei limiti del regolamento e
mai sono degenerati: eppure la posta in palio o la limitata maturità degli
atleti avrebbero potuto far prevedere il contrario.
Ritengo sia questo il futuro del nostro movimento e non quello prospettato
dalla squadra A: ciò mi rende un po' più tranquillo.
Ritengo però che si imponga, ugualmente, una riflessione pacata, serena, ma
doverosa.
Chi di noi, giocatori, tecnici, dirigenti, è disposto a sacrificare la ricerca
del miglioramento della qualità del gioco o del gesto tecnico sull'altare del
successo (successino) fine a se stesso, ricorrendo a quelle “tecniche” extra-
regolamentari? Nessuno? Meglio così.
Ma se qualcuno c'è, a tutti i tecnici e a tutti gli atleti di tutte le squadre
A d'Italia un appello: per favore, fate un passo indietro, questo non è più lo
sport per voi.

Cesare Ciccarelli matr. FIR 15392"

Nessun commento:

Posta un commento