venerdì 27 maggio 2011

Lettera aperta di Sandro Simonetti

LETTERA APERTA

Cari under 16, vecchi e nuovi,
Il trofeo “BolleBlu”, alla sua 4a edizione, chiude definitivamente gli impegni di questa stupenda under 16. Non aspetterò l'esito del triangolare per fare commenti, pagelle o altro. Il clima che si respirava al Ballarin in questa settimana era, giustamente, un po' di smobilitazione. Ammirevole lo sforzo che molti di voi stanno facendo per tenere unito il futuro gruppo della under 20, anche se ho trovato appena appena inopportuna la cena di sabato sera. C'era ancora un impegno da rispettare e far giocare una partita a ragazzi che già si sentono di una categoria , parlo di età e non di qualità, superiore potrebbe essere pericoloso sotto il punto di vista della concentrazione e dell'impegno. Svolgendosi in Offida, sapete che tengo molto a fare bella figura e, confesso, sono un po' preoccupato dal constatare che molti di voi danno già per acquisito questo trofeo. Non dimentichiamoci che il Pescara, in un campo piccolo quasi come il loro, può seriamente darci problemi se non affrontati con la giusta carica agonistica. In più, abbiamo già visto quanto è stato difficile realizzare le quattro mete utili al bonus in una partita regolare, figuriamoci in una partita che durerà, al massimo, 20 minuti,
Comunque andrà, questo risultato non modificherà certamente la mia opinione su questa squadra che continuerò a lodare per l'impegno e per la serietà della gran parte dei giocatori e che resterà nei miei ricordi migliori per la qualità dei genitori, sempre disponibili e pronti a darmi segnali forti di stima e di amicizia. Ma così è la vita: tutto quello che inizia ha necessariamente una fine; è nell'ordine delle cose che non possiamo modificare.
In queste ultime settimane la domanda ricorrente che mi viene rivolta, è se sarò io l'allenatore della prossima under 20 dimenticando, forse, che questa squadra un allenatore ce l'ha già. E' ovvio che di motivi per farlo ce ne sarebbero, e molti: alcuni ragazzi sono con me da cinque anni e li ho visti letteralmente crescere; con molte famiglie si sono innescate amicizie serie e profonde; saprei certo meglio di qualsiasi altro utilizzare le loro capacità e caratteristiche che conosco alla perfezione; ma, d'altra parte, come ho sempre ripetuto in questi anni, io mi sento più un istruttore che un allenatore: infatti non ho mai gradito essere chiamato “mister”, preferisco che mi chiamino per nome, ma mi piacerebbe che tutti mi chiamassero “nonno”, perchè è con quell'animo che li tratto, li sgrido (raramente) e, soprattutto, li difendo. Inoltre, molti di questi ragazzi saranno under 16 anche l'anno prossimo e, anche loro hanno un peso determinante in questa decisione.
Comunque, lasciamo fare al tempo che, come sempre, è un giudice implacabile ed infallibile . Per cui, nel dubbio (!) voglio salutare i miei “ex piccoli” allievi. Abbiamo fatto esperienze sportive indimenticabili insieme e inghiottito qualche amarezza. Tanti, quando hanno iniziato, erano veramente bambini (Andrea, Daniele e Simone per esempio) e li ho visti crescere fisicamente e maturare come piccoli uomini. Immagino già il piacere che avrò vederli giocare (e vincere) anche in una squadra allenata da altri. Credo che comunque, resteremo amici per sempre e, quando porterete i vostri figli a giocare a rugby , incontrando il loro allenatore, probabilmente un pensiero fugace me lo riserverete. Il mio “vecchio” cuore comincia a dare segni di insofferenza, quindi vi lascio con un paio di appelli: prima di tutto l'impegno di domenica prossima e, per il futuro, la promessa che saprete avere con il vostro prossimo allenatore (chiunque sia) lo stesso rapporto di stima, educazione e rispetto che avete avuto con me. Per il resto, per qualsiasi motivo, sapete che comunque io per voi ci sarò sempre.
Ciao ragazzi..........e mi raccomando, solo voi potete cambiare , in meglio, il futuro,
“nonno” Sandro